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Majdanek, Il primo Campo di Sterminio liberato dagli Alleati

Alessandro Torselli ci racconta il suo viaggio

Campo di Concentramento e di Sterminio – Lublino

Per chi si trovasse in viaggio in Polonia, sulla direttiva Zamosc, Bialowietza, Confine lituano,si troverà  a passare anche da Lublino (bella città polacca famosa anche per il suo castello)  e non potrà quindi perdersi l’opportunità di visitare Il Campo di Sterminio di Majdanek. 
Perché questo articolo è dedicato proprio a Majdanek? Perchè molti conoscono solo i più famosi e più facilmente raggiungibili campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, ma anche questo lager a quel tempo era molto famoso e purtroppo largamente operativo; inoltre ho potuto visitarlo con tutta calma in una giornata in cui l’afflusso di visitatori è stato pari a zero.

Lublino – il Castello

Spesso parliamo o sentiamo parlare dei campi di sterminio (da non confondersi con i campi di concentramento…altro problema), ma le nostre conoscenze si fermano quasi sempre ad Auschwitz  (…che poi spesso  viene confuso con Birkenau o meglio Auschwitz 2…quello  con la classica entrata a volta per il treno, sotto la torretta di controllo).

A questo scopo è bene sapere che negli anni ’40, in Polonia esistevano decine di campi nazisti più o meno grandi, di concentramento e di sterminio. I più grandi e famosi campi di sterminio erano:

  • Aushwitz (…forse il più conosciuto per essere stato il primo tra i tre formanti il Grande Complesso dei Campi di Aushwitz insieme a Birkenau e Monowitz, perché in quanto ad atrocità anche gli altri non erano da meno);
  • Birkenau;
  • Monowitz;
  • Chelmno;
  • Treblinka;
  • Sobibor (…conosciuto anche per il suo storico film);
  • Belzec;
  • Majdanek

…oltre ad altri minori come la Rotunda di Zamosc e il XI Forte di Kaunas (a quel tempo in territorio polacco…anche questi ultimi due da me visitati), diventati dopo il ’45 campi di prigionia e tortura sovietici.
Majdanek  è una località situata a circa quattro chilometri ad est di Lublino in Polonia. Nonostante il campo non rientrasse nel programma dei centri di sterminio voluti con l’Operazione Reinhard (come quelli di: Treblinka II, Bełżec e Sobibór)  il campo di Majdanek era divenuto il sesto centro di sterminio. Servì soprattutto per concentrare gli ebrei che i tedeschi avevano temporaneamente risparmiato dal lavoro forzato.

Majdanek – Baracche di Legno

Di tanto in tanto funzionò come luogo di uccisione per eliminare vittime che non potevano essere sterminati a Belzec, Sobibor e Treblinka, tanto che le persone che trovarono la morte, secondo la ricerca dello studioso polacco Tomasz Kranz furono almeno 78.000 di cui 60.000 ebrei.
Dopo l’invasione della Polonia nel 1939, la maggior parte dei 3,5 milioni di polacchi ebrei furono rastrellati e messi in ghetti di nuova costituzione da parte della Germania nazista. Lublino, una delle principali città polacche, ne ospitava uno. I detenuti nel ghetto di Lublino erano per lo più ebrei polacchi.

STORIA DEL CAMPO

Al momento della sua fondazione, nel ghetto di Lublino c’era una popolazione di 34.000 ebrei polacchi e un numero imprecisato di rom. Ecco uno dei motivi per cui proprio qui a Majdanek venne istituito un campo di sterminio.
Diversamente da molti altri campi di concentramento e sterminio nazisti, Majdanek non era un luogo nascosto in qualche remota foresta o oscurato alla vista da barriere naturali né circondato da una “zona di sicurezza”.

Fu fondato nell’ottobre 1941, su ordine di Heinrich Himmler, in seguito alla sua visita a Lublino nel luglio dello stesso anno. Inizialmente concepito come un campo per prigionieri di guerra, con una gestione affidata alle SS ai comandi di Karl Otto Koch, nel febbraio del 1943, fu trasformato in un imponente campo di concentramento. Esteso su una superficie di 667 acri (circa 270 ettari) con 19 torri di guardia e 22 baracche per i prigionieri, il campo venne munito per tutta la sua estensione, con una doppia recinzione di filo spinato elettrificato ed era ubicato proprio nell’immediata periferia della città.
Gli inconsapevoli condannati a morire con il gas erano portati al blocco 41, una struttura del campo con una della camere a gas probabilmente la più conosciuta. Collocato appena dopo l’ingresso del campo, il blocco divenne da subito una fabbrica di morte. Chi doveva essere gasato veniva portato in una prima stanza di questo blocco e gli venivano rasati i capelli, quindi si passava in una sala di vere docce dove i condannati si lavavano per pochi minuti e si tranquillizzavano, non potendo lontanamente supporre che proprio grazie a quella doccia  avrebbero passato una porta che conduceva direttamente alla camera a gas e alla loro eliminazione.

Majdanek-Baracca 41 – Camere a Gas

Majdanek lega il suo nome anche ad una delle più cruente azioni naziste per eliminare gli ebrei tramite “fucilazione di massa”, l’operazione Ernefast, Aktion Erntefest (in tedesco) che in Italiano significa “Festa della Mietitura”. Superata solo dai 50.000 uccisi nel 1941 dai militari romeni nel Massacro d’Odessa, l’Ernterfest di Majdanek fu la singola più grande strage di ebrei compiuta dai nazisti nella seconda guerra mondiale, superando per numero di uccisi da un simile massacro, quello delle 33.771 vittime di Babij Jar. Il campo durò fino al 22 luglio del 1944 quando per la rapida avanzata dell’Armata Rossa venne frettolosamente smantellato dai nazisti e subito dopo liberato dai sovietici. La fuga repentina delle SS e la mancata organizzazione del comandante del campo Anton Thernes non consentirono la distruzione delle prove che in seguito avrebbero  dimostrato i loro crimini di guerra.

Majdanek fu  il primo campo scoperto e liberato dagli alleati, oltre che il campo di concentramento e sterminio meglio conservato della Shoah grazie anche alla decisione molto precoce (autunno 1944) di conservare l’area di Majdanek come documentazione e monito delle violenze nazifasciste.
Il capannone in legno del crematorio fu l’unica cosa che le SS riuscirono a incendiare, prima che arrivasse l’Armata Rossa, lasciando però intatti i forni, l’enorme ciminiera e le camere a gas. Il capannone venne in seguito ricostruito e oggi il Museo del lager di Majdanek è tra i meglio preservati campi di concentramento da visitare.

Nonostante 1.000 prigionieri fossero evacuati in una marcia della morte, l’Armata Rossa trovò ugualmente migliaia di persone nel campo, principalmente prigionieri di guerra, ed evidenti tracce del massacro: «Le SS in fuga avevano dato fuoco agli edifici bruciando solo le parti in legno. I liberatori vedono il crematorio, le camere a gas, le confezioni di Zyklon B, scoprono le fosse comuni di quando nel novembre del ’43 i nazisti avevano ucciso migliaia di ebrei in un solo giorno, un’azione chiamata (festa della mietitura»: le camere a gas non bastano, così scavano cento metri a zig zag e li fucilano).
Anche l’Enciclopedia dell’Olocausto annovera il campo di Majdanek tra i sei principali campi di sterminio realizzati dai Nazisti nella Polonia occupata, assiemea Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka e Auschwitz-Birkenau.

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